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Da vedere a Camerino: Rocca Borgesca
La Rocca Borgesca, o Rocca dei Borgia, è un imponente costruzione fatta erigere a Camerino da Cesare Borgia su disegno di Ludovico Clodio nel 1503 per controllare la città dal versante sud-ovest: i torrioni cilindrici e il possente mastio sono begli esempi di architettura militare del primo Rinascimento. La fortezza venne in seguito restaurata da Giovanni Maria Varano che, solo a un anno dall'aggressione del Valentino, era riuscito a riprendere la città di Camerino. Altri interventi furono effettuati da Guidobaldo della Rovere, quindi da Ottavio Farnese e più tardi dalla Stato Pontificio. Papa Clemente VII non trovò miglior custodia della Rocca dei Borgia per nascondere alle brame dei saraceni i preziosi tesori del santuario di Loreto. Inizialmente la Rocca era divisa dalla città per mezzo di uno strapiombo e poteva essere raggiunta soltanto attraverso un ponte levatoio. L'avvallamento fu definitivamente riempito nel Seicento. Durante l'occupazione tedesca della seconda guerra mondiale, la fortezza venne adibita a sede del comando nazista. Sulla spianata interna, sorge ancora parte della struttura del convento francescano di San Pietro in Muralto del 1300.
Rocca Varano
Eretta nel XIII secolo come residenza fortificata della nobile famiglia dei Varano, fu trasformata in fortezza nel XIV secolo. Finito il ducato divennero proprietari la camera apostolica, i Bandini e di recente il Comune di Camerino. Il taglio per il ponte levatoio, l'unico praticato alla roccia, è ancora visibile. Si entrava subito in una torre di difesa. La porta d'ingresso, in calcare bianco, a sesto acuto, già sormontata dallo stemma dei Signori, era obliqua all'accesso del ponte per chiare ragioni difensive. La torre quadrata, oggi caduta, aveva vari piani ad impalcato e a volta ai quali si accedeva da una scala ricavata nel muro. Una costruzione sotterranea con volta a botte, tuttora maestosa, probabilmente un tempo sovrastata da stanze con torri ai lati, metteva in comunicazione questa ala con quella sul lato del fiume divisa da ampio cortile: la torre bassa nell'angolo di levante (l'attuale merlatura è tarda) e l'edificio di recente restaurato, che è servito da casa colonica, sono le poche parti di una maestosa e poderosa Rocca sopravvissute all'incuria dell'uomo. La porta ad arco pieno comunica con il muro di cinta sul declivo.
Rocca d'Ajello
I Varano, per oltre trecento anni signori di Camerino, costruirono a difesa e controllo del loro territorio un formidabile scacchiere fortificato che si avvaleva di numerose costruzioni militari: rocche, torri e cinte fortificate. Fra il 1260 e il 1280 Gentile I da Varano fece edificare le due torri della Rocca d’Ajello, il cui nome deriva forse dalla parola “Agellus” (campicello). Erano torri di avvistamento, da cui si effettuavano collegamenti a vista con altre fortezze dello scacchiere e si controllava il vicino fiume Potenza, la conca del Palente e la gola che conduceva a torre Beregna, detta anche “Troncapassi”. Nel 1382 Giovanni da Varano detto “Spaccaferro”, per contrastare le mire espansionistiche di Matelica e San Severino, realizzò una linea difensiva che si estendeva per circa 12 chilometri, da Torre Beregna, crollata in tempi recenti, alle bocche di Pioraco. Ne facevano parte le due torri di Rocca d’Ajello, Torre del Parco (detta “Torre del Ponte” in quanto difendeva il ponte sul fiume Potenza), il castello di Lanciano (trasformato in splendida villa con grande parco da Giovanna Malatesta, sposa di Giulio Cesare Varano, alla fine del sec. XV) e la torre Porta di Ferro a Pioraco, non più esistente. Le difese della linea erano costituite da fosse, terrapieni e da una sorta di cavalli di frisia la cui realizzazione richiedeva una grande quantità di alberi: da qui il nome di “Tagliata” o “Intagliata”.